Palazzo Stella – inaugurationTOUCH MY FLAME
solo exhibition of Taisske
by Elena Colombo
Sabato 7 dicembre 2013 ore 17:00
Palazzo Stella – inaugurazione
TOUCH MY FLAME
mostra personale di Taisske
a cura di Elena Colombo
S’inaugura sabato 7 dicembre 2013 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra “Studi e ritratti” di Taisske a cura di Elena Colombo. La mostra resterà aperta fino al 21 dicembre 2013 con orario 15.30 – 19.00 dal martedì al sabato.
Se il cosmopolitismo conta nel mondo della creatività, a un primo sguardo, non si notano influenze giapponesi nei disegni di Taisske. Se si volessero cercare reminescenze orientali, ci si dovrebbe riferire alla meno nipponica delle scuole: l’arte yôga che alla fine dell’Ottocento faceva dell’ispirazione occidentale la sua bandiera, rielaborando tecniche e materiali stranieri. Ecco allora che molti disegni riprendono formalmente il nudo femminile, con un occhio accademico che richiama i maestri europei o il trittico “Saggezza, Impressione, Sentimento” di Seiki Kuroda, in cui riecheggiava il tocco del suo mentore in Francia, Raphaël Collin. I temi classici, intesi come simbolo, oscillano tra la memoria e il presente. Volendo cogliere la veridicità del momento, il tratto è abbozzato, con il senso compositivo e l’imprecisione dell’illustrazione, e non esistono sfondi. Se si tentasse un paragone, si potrebbe citare Pablo Picasso, non per le geometrie del cubismo quanto piuttosto per la dolcezza delle diverse “madri con bambino”: un soggetto che resta costante nella matita del pittore spagnolo, pur variando nel tempo fino ad arrivare ai colori soffusi della versione del 1922. Anche nel caso del nostro artista, le tinte sono quasi assenti o diventano un commento che serve a dare risalto alla linea evanescente, conferendo personalità ai corpi e ai volti. Persino l’ampio spettro dei generi e le loro variazioni sono in un certo senso simili: da un lato la donna voluttuosa e sensuale ma anche purificata, dall’altro l’infanzia morbida e innocente. Tra questi due poli, si dispiega una vasta galleria di ritratti che colgono perfettamente la psicologia individuale, mettendo in risalto le emozioni attraverso l’uso conciso e sfumato del segno. Dunque, gli schizzi – resi pastosi dal senso tattile del gessetto – hanno la forza drammatica che di solito viene affidata alle sculture. Il lavoro tridimensionale non è separato da quello su carta ma anzi, ponendosi a metà tra l’approccio accademico e la spinta universalizzante di Honoré Daumier, completa i personaggi decontestualizzati e li descrive in maniera più umana e visibile perché ne annulla l’astrazione concettuale.